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INTERVISTA a Laura Ros CEO di Schneider Group

Aggiornamento: 21 giu


La sua azienda è tra i sostenitori del Biella Master.  Quali sono le motivazioni che l’hanno spinta a farne parte e come valuta l’iter formativo del corso?

Ho sempre considerato il Biella Master una bellissima idea. Ci troviamo in un territorio ricco di know-how tessile di alta qualità, che rischia in parte di perdersi perché le crisi degli anni passati hanno ridotto il numero di aziende e l’isolamento geografico di Biella non incoraggia l’ingresso di giovani leve nel settore. Quando poi in Schneider abbiamo iniziato a incontrare alumni del Master durante colloqui di lavoro e li abbiamo selezionati, ci è sembrato un dovere contribuire a questa bellissima iniziativa, che dà la possibilità a persone già laureate di conoscere in dettaglio la filiera tessile toccando dal vivo tutti i passaggi della supply chain.


Quali sono le figure professionali maggiormente carenti nell’industria tessile Biellese e che provvedimenti ritiene la scuola debba adottare per venire incontro alle esigenze delle aziende?

Noi siamo una realtà un po’ speciale nel territorio perché siamo rimasti gli unici ad essere contemporaneamente trader e pettinatori, quindi molte figure che noi cerchiamo non esistono quasi più sul mercato, soprattutto in giovane età. Parlo di buyer di greggio, ma anche di commerciali di tops. È più facile spostandosi più a valle nella filiera perché i filatori e tessitori sono diversi, quindi per loro è un pochino più semplice trovare tanto buyer quanto commerciali. Un’altra area che è cresciuta molto in importanza è quella della sostenibilità, dove le risorse non sono molte e soprattutto non sempre ben preparate. Da ultimo, anche in area industriale fatichiamo a trovare addetti, sempre per la peculiarità di gestire una delle due uniche pettinature rimaste in Italia. La carenza riguarda non solo operai ma anche ingegneri di produzione e persone dell’ufficio tecnico.

La scuola potrebbe sicuramente aiutare. Non si tratta solo del Master o dell’università, ma anche di ITS e scuole superiori ad indirizzo tecnico-professionale. Credo che una collaborazione stretta con le aziende, anche relativamente ai programmi scolastici, oltre ad un’accresciuta possibilità di stage, potrebbe aiutare da un lato l’accrescimento delle conoscenze settoriali e dall’altro a far innamorare i giovani di questa realtà unica, che si può amare solo se la si conosce. Il settore tessile può offrire creatività, internazionalità, tecnica e legame con la natura da cui la fibra principale lavorata a Biella proviene. Non sono molti gli ambiti in cui si possa trovare tutto questo insieme e sono convinta che molti giovani ne possano rimanere affascinati al punto di decidere per una carriera in questo settore.


Ritiene che a breve o a medio termine la sua azienda possa assumere uno dei partecipanti al Master?

Lo abbiamo fatto lo scorso anno e mi immagino che la cosa possa ripetersi in un futuro prossimo non appena ci saranno nuove esigenze.

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